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Lavoro: lo stai cercando nel modo giusto?

Premetto subito che non ho nessuna esperienza nel campo risorse umane: ho uno studio fotografico e ricevo un paio di auto candidature a settimana, per cui parlo di un contesto specifico e limitato.
Tuttavia credo che alcuni problemi che io riscontro nelle auto candidature e nei CV che mi arrivano, possano essere abbastanza generali e spero che quanto segue possa essere un punto di vista utile a chi cerca un lavoro.
Il primo è un problema di approccio generale al mercato del lavoro. Pensiamo, magari inconsciamente, che se siamo qualificati e sappiamo fare qualcosa, qualcuno ci darà un lavoro perché ce lo meritiamo e poi il diritto al lavoro è sancito dall’articolo 4 della Costituzione Italiana.     
Ma trattandosi comunque di un mercato in cui il datore di lavoro è il nostro acquirente, è ovvio che questo compri solo se ha bisogno e se lo può permettere. Nessuno di noi comprerebbe 5Kg di arance anche  bellissime ad un prezzo convenientissimo, se a casa avesse già il frigo pieno di arance o se fosse allergico agli agrumi. 
Per questo è inutile mandare curriculum a pioggia sperando che qualcuno abbocchi, dobbiamo cercare di capire chi può essere interessato a quello che abbiamo da offrire. Per riuscirci però bisogna avere almeno un’idea di cosa faccia una data azienda a cui stiamo mirando  e di come lavori, cosa che per uno studio fotografico dovrebbe essere abbastanza semplice, ma evidentemente non è così.
Il secondo è conseguenza del primo: stabilito cosa fa un’azienda e di quali figure professionali potrebbe avere bisogno, mandiamo un CV e una lettera di accompagnamento specifici per quell’azienda, che aiutino a capire perché mai proprio noi, cosa sappiamo fare e per quale mansione ci proponiamo. 
Un buon 80% delle auto candidature che ricevo sono persone che si propongono come “fotografo” o “aiuto fotografo/assistente fotografo”. Tralasciando per un attimo cosa “aiuto/assistente fotografo” voglia dire (qui spiego il punto debole di tale idea) potrebbe apparire sensato per un fotografo cercare lavoro in uno studio fotografico. In realtà lo è soltanto in situazioni molto specifiche. Io posso aver bisogno di un secondo fotografo in eventi che coinvolgono numerose persone o che si svolgono contemporaneamente in più luoghi: un esempio tipico è il matrimonio, dove infatti non è raro trovare due fotografi. Ma basta uno sguardo alla pagina web del mio studio e al nostro portfolio per rendersi conto che per trovare matrimoni o eventi analoghi bisogna andare in una sezione protetta da password. Che non vuol dire che non ne facciamo, ma non siamo uno studio matrimonialista, quindi l’aspirante secondo fotografo casca male. In quanti dei lavori che si trovano al link “portfolio” c’è stato bisogno di più di un fotografo? Non dico post-produttore o assistente per l’illuminazione, dico proprio un altro fotografo. Un fotografo dovrebbe trovare da solo la risposta, che è: nessuno. Sempre che prima di mandarmi la sua candidatura si sia preso la briga di guardare il nostro portfolio.
Un altro caso in cui potrei aver bisogno di un fotografo è se avessi tanto lavoro da dover rinunciare a troppe commesse e considerassi conveniente assumere un altro fotografo, o pagarlo per la singola prestazione, piuttosto che rinunciare ad un lavoro. Ma anche qui la cosa non ha molto senso: visto che buona parte del mio tempo lo svolgo a far lavori che non sono il mio (sono webmaster della mia pagina web, sono il mio social media manager, sono il mio agente, sono il mio personale delle pulizie, sono la mia segretaria) è chiaro che se non sapessi più dove girarmi per il tanto lavoro che ho, delegherei laddove non ho delle competenze, non continuerei a fare la webmaster, la segretaria etc.  pagando qualcuno che faccia le foto al posto mio. Solo una persona mi ha mandato un CV da segretaria, davvero, una sola. Che è il primo lavoro che scaricherei perché io sono davvero un disastro.
Un 10% sono videomaker e questa invece è una buona idea, perché nel video un operatore in più può effettivamente servire e soprattutto se quella è la sua specializzazione primaria può avere attrezzature indispensabili per alcuni tipi di servizio.
Poi ci sono i grandi assenti: make up artist e trovarobe.  Non dico proprio trovarobe, ma anche solo qualcuno che affitti abiti, accessori, mobili, complementi di arredo. Zero, nisba, nessuno bussa alla porta. Sono io che devo andarmi a cercare tutto o fare giri di telefonate per trovare chi conosce qualcuno che abbia la cosa tale e me la affitti o me la presti;  per carità mi diverto anche, ma se ci fosse qualcuno di efficiente ed affidabile è proprio di lui o lei che avrei bisogno  nel momento in cui ho troppo da fare, non certo di un altro fotografo che faccia il mio lavoro mentre io sono in giro per negozi, soffitte e mercatini. 
Le make up artist sono un 5% delle auto candidature ed è la figura professionale di cui ho veramente bisogno in questo momento, perché quando ho da mettere in piedi uno shooting complicato dove oltre alla disponibilità del cliente ho antri vincoli e atre professionalità da coordinare, non posso neanche diventare pazza se la mia mua di fiducia quel giorno non può o le viene la febbre. 
Ovviamente in quel 5% ho trovato di tutto. Da chi non mi manda un portfolio, a chi non ce l’ha e mi chiede di darle un’opportunità e non mi deluderà a chi mi manda trucchi da zombie o esercizi di stile che magari la prossima volta che faccio un servizio sui marziani vintage mi torneranno utilissimi.
Se non avete un portfolio, fate così: andate sulla pagina web del fotografo con cui vorreste collaborare, guardate che trucco hanno addosso le persone fotografate, prendete un’amica, fatele un trucco di quel tipo con il vostro stile e poi una foto con lo smartphone. Non mi serve a niente una truccata da Mystique degli X-Men fotografata in studio, davvero.
Poi io ho i miei gusti, non lo nego, ma se anziché il 5% fossero il 50% delle candidature sono sicura che avrei già trovato chi fa al caso mio.
Il restante 5% si candida per “qualunque lavoro” in generale o “qualunque lavoro ci sia da fare in uno studio fotografico”. Che è un po’ come dire che se ritieni di poter fare tutto è normalmente perché non sai fare niente, o almeno quella è l’impressione che dai.
Comunque quello che finora ha vinto tutto è uno con la triennale in ingegneria che ha mandato il CV senza praticamente una lettera di accompagnamento se non “Salve sono ingegnere edile ricerco lavoro allego cv A presto” (così, stessa punteggiatura). Ovviamente con dei 18 in Fisica e 19 in Analisi Matematica I non l’ho preso: in fondo ho un Ph.D. in Fisica Teorica e su queste cose non perdono. 

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