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Il problema è il grandangolo

L’abbiamo visto tutti, qualcosa è andato tremendamente storto. Dato che questo è un blog di fotografia e non di puericultura vi spiegheremo come il disastro si sarebbe potuto contenere usando opportuni strumenti di ripresa.
Immagino che il Pofessor Robert E. Kelly sia in videoconferenza e stia usando la videocamera incorporata nel suo computer. Queste, come quelle nei telefoni cellulari, hanno lenti con focali particolarmente corte. Ce ne possiamo accorgere perché tendono ad inquadrare uno spazio maggiore di quello che è il nostro campo visivo e se ci avviciniamo eccessivamente ci deformano la faccia regalandoci la tipica espressione del pesce nella boccia. La cosa ha un senso, in fondo la videocamera di un computer è pensata per inquadrare a mezzo busto una persona seduta a scrivania, quindi ad una distanza piuttosto ravvicinata. Il prezzo da pagare in questo caso è quello di inquadrare anche una parte consistente di sfondo, cosa che in questo caso è stata fatale.

Ma facciamo un passo indietro. Lo zoom di una macchina fotografica (che equivale a cambiare focale dell’obiettivo che si sta usando), viene spesso usato in modo scorretto: chi fotografa si mette ad una certa distanza dal soggetto e poi zummando avanti e indietro aggiusta l’inquadratura. Questo è sbagliato perché l’inquadratura va aperta o chiusa avvicinandosi o allontanandosi, nei limiti del possibile, dal soggetto. La scelta di una focale piuttosto che di un’altra va invece fatta, in casi come questi,  in base a come vogliamo gestire il rapporto tra il nostro soggetto e lo spazio che lo circonda.
 
70mm
Per essere chiari mi metto in gioco come mezzo busto, seduta nel mio studio. Nella foto qui a sinistra, scattata con un obiettivo 70mm, occupo una porzione di spazio ragionevole per un’intervista, si vedono chiaramente le foto di sfondo che creano  una certa ambientazione, ma c’è un problema piuttosto evidente: la foto centrale mi spunta da dietro la testa incoronandomi con un cesso, che forse non è l’ideale.
Se non voglio o non posso spostarmi io o spostare la scrivania, l’unica soluzione è cambiare obiettivo
 
 
 
35mm
Qui con un 35mm manteniamo sostanzialmente invariato lo spazio che occupo io nell’inquadratura, ma come vedete sono comparse altre due foto sullo sfondo e una parte del pavimento che prima non era visibile.
Il cesso è sempre presente, ma in questo caso abbassando leggermente l’inquadratura si sarebbe potuto risolvere il problema.
 
 
 
24mm
Con un 24 mm mi si sono decisamente allungate le braccia, ma a parte questo vediamo che  il problema dell’aureola è stato risolto.
In compenso ora potete vedere il coniglietto sul pavimento, che è lì fin dalla prima foto ma non ve ne eravate accorti e a differenza dei bambini non strilla, perché è un oggetto di design.
In conclusione, se il nostro sfortunato professore si fosse inquadrato con una reflex full frame con montato un 70mm si sarebbe sentito il casino ma non avremmo visto cosa stava succedendo. Ne avrebbe tratto vantaggio anche la povera moglie che è entrata e uscita strisciando nella speranza di non essere inquadrata; purtroppo il grandangolo non perdona. Dopodiché se uno non ha l’attrezzatura può sempre chiudere la porta a chiave.

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