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Perché in foto vengo male?

vengo male in foto

Esiste chi ha ragione a dire: “ma io in foto vengo male?”

La risposta ovviamente è sì ed è una cosa che possiamo facilmente constatare tutti ogni giorno.
Da fotografa professionista, confermo: esiste chi viene male in foto. Ma il lato positivo è che è un problema non grave e soprattutto che si può risolvere.

Preferisci guardare un video? Ecco qui, dal nostro Vlog!

Chi ha la convinzione di non essere fotogenicǝ spesso si tiene ben alla larga dagli studio fotografici.
In fondo sembra avere senso: perché mai una persona che viene vale in foto dovrebbe buttare via i soldi andando in uno studio fotografico? In fondo farsi fotografare è una dello cose che più detesta e che gli riesce peggio…

Invece dovrebbe andarci, perché un professionista che sa il fatto suo, ha tutte le competenze necessarie per fare un buon lavoro. Paradossalmente, se volete delle foto da guardare con orgoglio e soddisfazione, varcare la soglia di uno studio fotografico è un buon investimento. Sia per il risultato, sia per la crescita dell’autostima, come vedremo a breve.

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ritratto fotografico
Nel nostro studio passano persone molto diverse tra loro: ognuna ha la sua bellezza

Ma tornando alla domanda iniziale: che problema ha chi viene male, o non si piace in foto?

Partiamo dal fatto che per la maggior parte del nostro tempo non ci vediamo, a meno che non passiamo la vita davanti allo specchio. Questo è uno dei principali motivi per cui quando ci vediamo in una foto abbiamo sempre un piccolo shock, un po’ come quando ascoltiamo la nostra voce. Non siamo abituati a vederci o sentirci dall’esterno e il cambio di prospettiva ci turba quasi sempre. Dopodiché è anche vero che in alcuni casi possiamo effettivamente non piacerci. Questo a causa del divario che c’è tra come pensiamo di apparire e come appariamo in realtà.

Infatti unǝ fotomodellǝ passa per lavoro ore e ore davanti allo specchio, proprio per studiare la propria postura, la mimica facciale, la gestualità. Per avere la consapevolezza in ogni momento della propria immagine e poterla modificare su richiesta del fotografǝ.

Da Plastikwombat la forma più apprezzata di bellezza è l’ironia!

Tra chi non lavora con la propria immagine, è raro trovare persone che passino molto tempo a studiarsi allo specchio.

Sicuramente chi ritiene di venire male in foto, è quasi sempre tra quelli che allo specchio si guardano pochissimo, perché normalmente sono persone che già non si piacciono in partenza.

Così però si crea un circolo vizioso. Meno le persone si guardano, meno consapevolezza hanno di come vengono visti dall’esterno, più si sconvolgono quando si vedono in foto e via daccapo.

La buona notizia: si può porre rimedio!

È una cosa che potrebbe farci sentire un po’ dei bimbiminkia, ma io consiglio comunque di specchiarsi e studiarsi. Non è solo vanità: ci aiuta a sentirci più sicuri, esser consapevoli di avere il controllo della nostra gestualità, allineare meglio cosa proviamo con cosa esprimiamo col nostro corpo. Oltre a venire meglio in foto.

Posso assicurarvelo. Mi sono dovuta studiare tutto il libro di pose (sono più di mille) e imparare ad eseguirle per far vedere a chi è sul set come deve fare.

Stabilito quindi che chi viene male in foto, molto probabilmente si guarda poco allo specchio, mi sembra lecito chiedersi come faccio a fotografare questi soggetti apparentemente difficili.

Innanzitutto vi presento i soggetti problematici

  • I più frequenti sono quelli che sono stati trascinati da unǝ fidanzatǝ che voleva assolutamente fare il servizio in coppia. A volte con delle buone ragioni perché magari c’è una gravidanza di mezzo o vogliono fare delle foto col bambino o con tutta la famiglia
  • Il secondo tipo di cliente allergico alle foto è quello che ha ricevuto una gift card per un servizio fotografico e forse non era proprio regalo che voleva.
    Ma a quel punto aveva preso coraggio, tanto ormai era pagato ed è venuto qui a fare il servizio fotografico.
  • Infine ci sono gli eroi, che vogliono vedere se almeno una volta nella vita verranno bene in foto e quindi spontaneamente entrano e si prenotano per un servizio fotografico.
perché vengo male in foto
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Che trucchi adotto? Che magia faccio con queste persone per farle uscire dallo studio soddisfatte?

Facciamo in maniera molto efficiente e in molto poco tempo (quello che è la durata di una sessione fotografica, un paio d’ore al massimo) tutto il percorso di consapevolezza del proprio corpo, della postura e della mimica, che migliorano l’immagine di ciascuno di noi.

Iniziamo con una posa con poche pretese e faccio qualche scatto. Poi vado a correggere la postura cercando di capire, partendo dalla posizione che è stata scelta, cosa la renda goffa e cosa non valorizzi la figura. In particolare, cosa non le faccia avere quel tocco di charme che ci faccia guardare la foto e dire: “che figǝ!”.

Che le foto siano un piacere o ti servano per lavoro, siamo qui per te

In questo il digitale ci aiuta tantissimo, è stata veramente la svolta per questo tipo di di lavoro.

Usando il Tethering col cavo che connette la macchina fotografica al computer, possiamo andare a guardare lo scattato quasi senza spostarci dal set. Questa fase è molto importante per far apprezzare al soggetto la differenza dal punto di vista fotografico tra la posa “spontanea” e quella corretta.

E nove volte su dieci, la posa corretta risulta anche essere quella in cui il soggetto si preferisce.

Google conosce le vostre preoccupazioni. Anche noi e vogliamo essere i vostri migliori alleati!

Questo metodo mi permette anche di capire quando la persona non si piace: questo è del tutto soggettivo, perché dal punto di vista fotografico potrebbe non esserci nulla da eccepire.
La foto può avere una buona estetica, il soggetto avere carattere… ma se non si piace ha lǝi l’ultima parola.
Soprattutto devo capire, quali sono gli aspetti del viso o del corpo con cui la persona ha dei problemi. Questo non lo posso saper, è una cosa intima e soggettiva che scopro man mano che il servizio procede.

Una giornata in studio, non serve solo a portarsi a casa un servizio fotografico.

È un vero e proprio percorso da cui si esce con un po’ più di consapevolezza di sé e della propria immagine. In molti casi è stato quasi terapeutico: persone che sono venute con una rassegnazione addosso che aveva dell’incredibile, sono poi uscite molto soddisfatte.

A me questo è un risultato che mi fa veramente piacere: il nostro aspetto esteriore non è la parte più importante di noi, ma purtroppo è quella con cui ci presentiamo agli altri. Se riusciamo a fare insieme anche solo un piccolo passo verso l’apprezzarci di più, sentirci più sicurǝ e a nostro agio, per me è già un grande successo.

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