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Differenza tra fotografia e immagine, attività e brand

brand identity

“Buongiorno, vorrei delle fotografie per la mia attività”
“Buongiorno, vorrei delle immagini per il mio brand”

Quale di queste due frasi pronuncereste?   Dipende molto da quanti corsi di marketing avete masticato finora o da quanto siete avvezzi a collaborare con delle agenzie di comunicazione.
In ogni caso, la risposta giusta è: “vorrei delle immagini per il mio brand”.

Forse molti direbbero “attività” perché dire “brand” pare un anglicismo fuori luogo e magari esagerato.
Invece sarebbe la prima cosa da aver ben chiara in testa prima di mettersi a cercare un fotografo.  

L’attività e il fotografo

Se ho una panetteria con un’insegna che recita “panetteria” e vendo del pane e sono conosciuta come “la panetteria, quella lì dopo il fioraio ma prima del gommista” ho effettivamente un’attività.


Supponiamo che la mia attività non vada proprio a gonfie vele e che io decida di fare qualcosa.
Rinnovare il sito internet, incrementare la mia presenza sui social, fare del volantinaggio in zona o un’inserzione pubblicitaria in un giornale locale. Cercherò quindi qualcuno che mi faccia delle foto del negozio, l’interno e l’esterno, dei tipi di pane che produco, magari una della mia bella faccia sorridente.
Poi faccio fare il volantino, la pagina web, posto tutte le foto su Facebook, nel giro di pochi giorni perché tanto la mia pagina faceva schifo e così va subito meglio.  

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La risposta sbagliata

Mi siedo aspetto un ritorno che quasi sicuramente non arriverà mai.
Probabilmente, se mi avessero chiesto come mai uno dovrebbe venire a comprare il pane da me e non nella panetteria due incroci più in là, avrei dato una risposta tipo che il mio pane è più buono, o che ha un miglior rapporto qualità/prezzo, che lo faccio con ingredienti più sani e così via. 


Alla conseguente domanda sul perché nonostante tutto questo la gente non accorra in massa da me e continui a rivolgersi ai miei concorrenti, avrei forse risposto che se solo sapessero e se solo assaggiassero il mio pane se ne convincerebbero ed è per questo che ho deciso di investire un po’ in pubblicità.

Ed è qui il problema: ammesso che il mio pane sia veramente più buono di quello della mia diretta concorrenza, dire che il mio pane è più buono non mi porterà a nulla. Si sa cosa dice l’oste del vino e, per estensione, anche il panettiere del pane.
D’altrone è risaputo che, in un assaggio alla cieca, tutti trovano migliore la Pepsi, ma poi comprano Coca-Cola perché Pepsi è percepita come la sorella sfigata. Inoltre, vedere le foto del mio pane e del mio negozio (che è sempre quello là dopo il fioraio), come potrebbe convincere qualcuno che già ci passa davanti perché vive lì attorno, ad entrare e provare?    

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Il brand e il creatore di immagini

Ripartiamo dall’ultimo quesito: perché dovrebbero comprare il pane da me?
Questo è quello che nel marketing è chiamato “value proposition”. Abbiamo detto che la risposta non può limitarsi al fatto che sia più buono, bisogna tirar fuori qualcosa che faccia breccia nell’immaginario della gente.

È fatto col lievito madre? Con farine speciali? Propongo pani tradizionali delle varie regioni italiane? Pani preparati con ricette da tutto il mondo? La mia è una panetteria storica del quartiere?   Qualunque sia la risposta, da questa bisogna ottenere la cosiddetta “brand identity” cioè tutto un immaginario fatto di contenuti e di estetica che sia coerente con la mia “value proposition”.

Se ho puntato sulla tradizione, per scrivere potrò utilizzare dei font che richiamino la scrittura a mano, dei colori caldi dal giallo al marrone, dei testi pacati e rassicuranti. Tutto il contrario se invece punterò sull’innovazione, la scoperta, l’internazionalismo. Le immagini seguiranno di conseguenza. Ho detto “immagini” e non “fotografie” perché proprio qui sta la differenza.


Non ci sarà bisogno dell’ennesima foto di una pagnotta, visto che tutti sanno com’è fatta una pagnotta, ma non tutti hanno le competenze per valutare da una foto se una pagnotta è ben riuscita. Parliamo di “immagini” perché non ci riferiamo ad una riproduzione più o meno ben fatta della realtà, ma della creazione di un immaginario visivo coerente con il brand. Per questo, se decido di investire in comunicazione, non mi bastano semplicemente le fotografie di un onesto fotografo. Devo rivolgermi a qualcuno che sappia creare una visione impattante, convincente e coerente con la mia identità. 

 

Cosa possiamo fare per te

Noi di Plastikwombat vantiamo un’esperienza decennale nel campo e collaborazioni con diverse agenzie di comunicazione.  Se non sai da dove cominciare possiamo intraprendere, insieme ai nostri professionisti di fiducia, un percorso di branding e comunicazione. Se invece hai già fatto parte del lavoro ma ti mancano delle immagini e una visione unitaria, ti possiamo aiutare con una proposta adeguata alla tua attività e al budget che hai a disposizione.

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