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Come fare non fare

Tutte le foto belle si somigliano; ogni foto brutta è invece disgraziata a modo suo. 
(Lev Tolstoj)

 

Mi rendo conto che spesso nei post del blog tendo a fustigare vizi, piuttosto che lodare virtù.
Il problema è che dire cosa bisogna fare per fare una buona foto non è facile, soprattutto perché non è assolutamente detto che seguendo una serie di regole si abbia poi un risultato felice, così come non ci sono istruzioni per essere delle persone felici. D’altro canto però, pur non somigliandosi veramente tra loro, né le foto belle, né le persone felici, hanno tutte qual qualcosa di originale e compiuto che le fa risplendere.
Al contrario è facilmente individuabile un elenco di errori che portano all’infelicità o alle foto brutte in modo quasi sicuro. Per cui secondo me non è così disfattista partire da cosa non fare. Ma per riportare equilibrio nella forza, questa volta elencherò prima cinque cose da non fare e poi mi sforzerò di elencarne altrettante da fare.
 
Come non fare
 
1- Scegliere un soggetto che è ormai diventato un cliché.
E molto difficile trattare un tema già ampiamente trattato o che viene bene perché è già interessante di suo. Se volete degli schiaffoni vi consiglio questo video di Benedusi, dove fa un elenco completo delle cose da non fotografare e spiega il perché.
 
2- Ispirarsi alle foto fatte dal vostro giro di appassionati, da quelli che prendono più “mi piace” sui vari social, anche quelli dedicati alla fotografia, magari mandano pure le loro foto a delle riviste che gliele pubblicano (senza ovviamente sganciargli un soldo). Quelli che sembrano e si atteggiano a grandi guru nei forum e sui social dedicati (non finisco la frase, meglio un anacoluto che quello che stavo per dire)
 
3- Cercare di realizzare un’immagine che vada molto oltre le proprie capacità tecniche, l’attrezzatura, la qualità di soggetti e oggetti che si hanno a disposizione. Per dire, è inutile cercare di fare uno scatto fashion con una vostra amica, che sarà anche figa ma mai sufficientemente figa, due vestiti che ha nell’armadio e un flash recuperato da un altro amico, che non avete ancora capito bene come usare. Ok, fatelo anche ma come gioco, poi non fate vedere a nessuno i risultati.  Siate realisti: cercate di capire cosa siete in grado di fare al momento e partite da lì.

 

4- Sommergersi di attrezzatura. Sembra in contrasto col punto precedente, invece no. Quando si inizia è normale  ottenere dei risultati insoddisfacenti ed illudersi che con un apparecchio più caro, una lente più lunga, più corta, più luminosa, più asferica, più qualunquecosa, si possano ottenere risultati migliori. La prima cosa da fare è ottenere i migliori risultati possibili con i mezzi che si hanno, consapevoli che anche con l’attrezzatura più disgraziata si può fare dell’ottima fotografia. Per esempio è inutile comprarsi un flash da studio se già non si è in grado di gestire la luce naturale con pannelli filtranti e riflettenti. Ci si troverà solo a dover gestire una luce più complicata e più cara.

 
5- Pacioccare in Photoshop. Esempio tipico mettere in bianco e nero una foto che non dice molto ma in bianco e nero acquista un suo perché. No, normalmente è solo un effetto psicologico. Se la foto doveva essere in bianco e nero, andava pensata in bianco e nero fin dal principio. Altri esempi sono ipersaturare, creare un HDR, il famigerato cut-out, i mai sufficientemente deprecati effetti vintage. Qualunque tipo di post va applicata per sottolineare un certo mood, non per cercare di dare un twist ad un’immagine altrimenti priva di interesse.
 
Come fare
 
1- Fotografare quello che si conosce e per cui si prova interesse. Vi mettereste a parlare della situazione politica della Mongolia meridionale e delle sue ripercussioni sulla gestione faunistica? La fotografia è una forma di comunicazione, se su qualcosa non avete niente da dire, perché non lo conoscete, perché non vi interessa o perché non avete un’opinione in merito, come potete pensare di dire qualcosa, non dico interessante, ma che abbia un minimo di senso? Io per questo sarei disposta anche ad una violazione del “non fare” numero uno. Se è il vostro gatto che vi interessa, fotografate il vostro gatto, anche se è un cliché. All’inizio ci cadrete, ma se siete veramente motivati lo supererete.
 
2- Come controparte del “non fare” numero due: lasciarsi ispirare dai classici, dai grandi maestri. Se non sapete chi sono e nessuno ve l’ha insegnato, entrate in una bella libreria fornita di libri di fotografia e sceglietene uno. E poi un’altro. E così via. Oppure leggete qui. E’ un elenco di 100 fotografi, googlate i nomi e guardate le immagini; non mi trova d’accordo al 100% ma per iniziare va bene.
 
3- Non fare un solo scatto. Cambiate punto di vista, cambiate focale, cambiate profondità di campo, cambiate sfondo, salite su una scala, buttatevi per terra. Spostate la gente, spostate le cose. Lavorate alla vostra immagine, perdeteci tempo. Con l’esperienza poi non dovrete più provare tutto, qualcosa sarete in grado di scartarlo a priori.

 

4- Ritornare e programmare. La fotografia richiede tempo e riflessione; se avevate in mente un’idea, siete andati un un luogo a fare foto e poi una volta tornati a casa vi rendete conto di non essere soddisfatti, pianificate meglio e tornate. Cosa non andava bene? La luce? Forse non era il momento buono della giornata o era troppo nuvoloso o c’era troppa luce diretta. Non vi siete portati qualcosa che si sarebbe rivelato utile? Il cavalletto? Un pannello riflettente? Un amico che vi aiutasse? Se l’idea vi sembra buona, continuate a crederci e riprovate.

 
5- Fare un editing severo. Avete scattato trecento foto. Buttatene subito almeno duecentosettanta, ma subito. Sulle rimanenti trenta ragionateci e non tenetene più di cinque. Ma non perché siete scarsi, perché ormai col digitale è così, si scatta comunque troppo. In due ore si scattano trecento foto, ma in due ore non si fanno comunque più di cinque buone foto, indipendentemente da quante se ne scattano. E cinque è già un numero generoso. E migliorando come fotografi la situazione non farà che peggiorare, perché sarete più bravi ma anche più esigenti. Diciamo che di quelle cinque, se tra due anni ve ne piacerà ancora una c’è da ritenersi soddisfatti (o anche no, se non vi piace più nulla vuol dire che siete migliorati molto). Uno shooting di un paio di ore da cui escono trenta foto non è stato sottoposto ad un editing sufficiente. Ovviamente se non è venuto nulla di buono buttate tutto, anche se qualcuno che vi ha dato una mano si aspettava qualcosa da voi. Chiedete scusa e offrite una birra.
Poi alla fine fate come diamine vi pare.

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