Ci sono molti modi in cui possiamo eseguire male un ritratto, forse molti di più dei modi in cui lo possiamo fare bene. Premesso questo non credo ci siano molte istruzioni in senso positivo su come fare, se non degli aspetti prettamente tecnici.
E’ un po’ come fare amicizia, non ci sono linee guida: chi ci riesce facilmente è perché gli viene spontaneo, non si possono prendere lezioni su come farsi degli amici. Al contrario esistono dei metodi sicuri e infallibili per non farsi degli amici ed inimicarsi quei pochi che si hanno.
Per il ritratto la situazione è molto simile; ci sono cose da non fare assolutamente, sul resto si va ad intuito e ad esperienza e bisogna anche esserci portati, perché sono convinta che alcune cose che poi fanno la differenza non si possano imparare. (Vuoi vedere come lavoro? Guarda i miei ritratti fotografici.)
Una cosa che invece si può imparare e non è così difficile da implementare, è fare attenzione alle catch light negli occhi.
Ma cos’è una catch light? È il riflesso visibile negli occhi di una sorgente luminosa che illumina il soggetto; è quello che rende vivo ed espressivo lo sguardo, nei manga è un elemento caratterizzante ed ampiamente utilizzato.

In questo occhio si vedono due catch light: la luce principale data da un beauty dish in alto è alta e appena visibile.
La catch light in basso è data dalla una fill light
con parabola da 15 cm e pannello filtrante.
L’assenza di catch light, a meno che non sia motivata dal voler creare un certo mood, è generalmente da considerarsi un errore, oltre a peggiorare notevolmente la nostra foto e va quindi evitata. Normalmente abbiamo un’assenza di catch light se la luce è troppo alta rispetto al nostro soggetto (in questo caso rischiamo anche che l’arcata sopracigliare faccia ombra agli occhi) oppure se è eccessivamente laterale.
Se la luce alta o laterale è proprio quello che vogliamo e dopo aver aggiunto anche eventuali fill light ci rendiamo conto di aver ottenuto esattamente l’illuminazione che desideravamo (a parte le catch light), le possiamo aggiungere senza danneggiare lo schema di illuminazione mettendo i flash delle catch light sufficientemente lontani e sfruttando il fatto che si tratta di luci in riflessione e non in diffusione.
Ma se non avete abbastanza flash e la frase che ho appena detto sulle luci in riflessione e quelle in diffusione per voi non ha senso, la cosa migliore è riposizionare la luce principale e se ce l’avete la fill light, in modo che almeno una delle due si rifletta negli occhi.

In questo occhio si vedono due catch light: la luce principale è data da un ombrello riflettente argento. La fill light è data da un pannello riflettente bianco, che crea un effetto a mezza luna sotto la pupilla
A meno che non stiate illuminando in modo particolarmente pazzo, è generalmente più facile riposizionare la fill light senza correre il rischio di rovinare tutto. Se state usando la luce naturale ovviamente non dovete abbattere un muro per spostare una finestra ma dovete far muovere il vostro soggetto.
Dall’analisi delle catch light, potete individuare quali sorgenti luminose le hanno generate (una finestra, una softbox, un ombrello, una parabola, un beauty dish, un flash anulare, una barra di led, etc) guardando la loro forma e da che direzione proviene la luce. In questo modo avrete individuato già una buona parte degli elementi che illuminano il soggetto e potete iniziare a ricostruire lo schema di illuminazione.
Un problema forse peggiore dell’assenza di catch light e la presenza di catch light brutte.
Cos’è una catch light brutta capisco che sia in parte una questione di gusti, ma in parte no.
Secondo me una catch light grande è molto brutta perché anziché dare un colpo di luce all’occhio crea un riflesso biancastro e vitreo spegnendo lo sguardo. Le catch light quadrate o rettangolari le aborro, a meno che non siano ben camuffate da finestra, perché mal si incastrano nell’occhio che è fatto di cerchi; ci può stare al massimo un pannello riflettente come secondaria che vada a fare una lunetta più chiara fuori o appena fuori dalla pupilla, sempre rispettando la geometria dell’occhio.
In realtà c’è un secondo motivo per cui aborro le catch light rettangolari: odio le softbox come luce principale.

In questo occhio, la catch light è un orrendo quadratone da softbox
(non è mia, l’ho presa su internet). notare come invade la pupilla e rovina la struttura dell’iride.
Avrò le mie idiosincrasie, ma la softbox come luce principale mi fa tanto stock photography o scolaretto che comprensibilmente parte dal diffusore più semplice da utilizzare. Lo so che mi potete portare numerosi esempi di softbox usate magistralmente come luce principale, ma io continuerò a detestarle imperterrita.
Il mio schema preferito è un beauty dish, una octabox (nudi o con diffusore più honeycomb) o un ombrello riflettente come luce principale e come fill light una parabola da 15 cm filtrata da un pannello, che mi dà quel riflesso a stella, quasi come nei manga.
Questo è il blog dello Studio Fotografico Plastikwombat, Silvia Vaulà e Paolo Grinza fotografi
