Last Updated on: 9th Luglio 2022, 12:45 pm
Stampare sempre, stampare tutto!
Se col post precedente vi ho convinti a stampare le vostre foto, lasciando in sospeso la questione tra stampa diretta e stampa cromogenica, ora si pone il problema di come conservare le stampe o come appenderle ad un muro.
“Fotoquadri, “fotolibri” e “fotoalbum” sono parole che in questo frangente compaiono spesso. Ma cosa sono? Hanno qualcosa in comune, per esempio, i fotoquadri e le stampe fotografiche?
In ogni caso, prima ancora di decidere se appenderle a un muro, incollarle su un album o tenerle in una scatola, bisogna decidere il tipo di stampa.
Cercherò di non essere troppo tecnica per non risultare noiosa, probabilmente con l’unico risultato che sarò imprecisa e comunque noiosa, ma apprezzate la buona volontà.
Stampa cromogenica e stampa diretta
Ci sono sostanzialmente due modi per far venire fuori un’immagine su un pezzo di carta, stoffa, legno, metallo, plastica. O viene “colorata” trasferendo del colore direttamente sul supporto, o il supporto viene prima spalmato con qualcosa che reagisce alla luce, quindi impressionato con l’immagine e poi sviluppato con degli agenti chimici. Non menzionatemi la Sindone incasinando tutto, fatevi bastare i due modi di cui sopra.
Non c’è qualcosa che sia meglio o peggio in assoluto, la questione si gioca sul rapporto tra qualità e prezzo e quali sono le vostre reali esigenze. In quanto segue supporrò che le stampe siano per voi, che non stiate cercando di venderle a più di mille euro e che duecento euro in più o in meno per voi faccia differenza.
Per la fotografia i due metodi più utilizzati sono la stampa cromogenica (c-print) che è fatta su carta fotosensibile che viene sviluppata in camera oscura (tutte le foto che avete stampato prima dell’avvento del digitale sono fatte così) o a getto di inchiostro, di fatto una versione professionale delle stampe che vi potete fare con la inkjet di casa.
Stampe fotografiche su carta montate su supporto
Quale che sia la tecnica di stampa, noi consigliamo sempre di montarla su un supporto.
Le opzioni sono sostanzialmente tre. Si esegue una stampa su carta (cromogenica o a getto di inchiostro) e successivamente la si monta su un supporto, oppure si stampa direttamente sul supporto a getto di inchiostro.
Con supporto intendiamo una gran varietà di opzioni: spesso si pensa ad un pannello su cui applicare un ingrandimento, ma anche un album su cui vengono incollate le foto è un supporto a tutti gli effetti.
Quale stampa scegliere
Nel post precedente abbiamo parlato delle principali differenza tra stampa amatoriale e professionale.
Partiamo dal presupposto che vogliate una stampa professionale, o perché vi siete già rivolti ad un fotografo professionista per il servizio fotografico, o perché siete un fotoamatore avanzato e ci tenete a valorizzare le vostre immagini.
Il rapporto qualità-prezzo è sicuramente a vantaggio della stampa cromogenica (questo è ancora vero nel luglio 2021, data dell’ultimo aggiornamento di questo articolo). Purtroppo, per ragioni di mercato sta cadendo in disuso a vantaggio della stampa a getto di inchiostro. Fanno eccezione i piccoli formati, dove però è facile incappare in stampe amatoriali. La stampa cromogenica è anche meno delicata perché la carta fotosensibile è coperta da una pellicola di materiale plastico. Al contrario, nella stampa a getto di inchiostro, lo strato di inchiostro è proprio lì a portata di dito ed è più facile rovinarle maneggiandole.
La stampa a getto di inchiostro spesso vi verrà indicata come “stampa fine art”. Su questo si apre un intero capitolo e ne parliamo qui. Per ora prendetelo come sinonimo di “stampa professionale” e procedete con cautela cercando di capire cosa vi stanno propinando.
Su quale supporto montare
Per stampe dai 30x45cm in su, consigliamo il montaggio su leger spesso 2cm bordato o su d-bond da 3mm a 5mm a seconda delle dimensioni.
Il d-bond è il materiale migliore, più resistente alle deformazioni, utilizzato per montaggi di qualità museale o collezionistica. Se installato in casa necessita di una cornice o di un telaio che funga da distanziale dal muro.
Il leger da 2mm va benissimo, bordato del colore opportuno crea un pannello che sì può appendere direttamente alla parete valorizzando la foto. La scelta tra l’una o l’altra soluzione per un’installazione casalinga è una questione di gusti.
Per piccoli formati, dal 20x30cm in giù, l’opzione più sensata è il montaggio su cartoncino con nucleo in pasta di legno. Sia che lo vogliate incorniciare o raccogliere in una scatola portfolio, questo garantisce sufficiente rigidità e resistenza agli impatti sugli angoli.
Fotolibri e Fotalbum
Il caro vecchio album fotografico con le pagine bianche le veline sta tornando di moda, soprattutto con l’aggiunta di adesivi, washi-tape e scritte a mano. È un ottimo supporto purché non si usino gli angolari ma un nastro bi-adesivo per fotografie.
Su fotolibri e fotoalbum c’è molta confusione, anche perché non tutti concordano sulla denominazione.
Per farla breve, quello che io chiamo fotoalbum rientra nei montaggi di foto su supporto. Le foto vengono prima impaginate su file, della grandezza di una doppia pagina aperta dell’album, che vengono poi stampati su carta fotografica (cromogenica o a getto di inchiostro). Successivamente le pagine vengono rilegate, o adesivizzando le foto dorso contro dorso o inframezzando un cartoncino con nucleo in pasta di legno.
Il fotolibro invece (sempre secondo la mia denominazione) è un caso di stampa diretta su supporto: l’impaginato viene direttamente stampato sulle pagine da rilegare, come se fosse una rivista. Che non sarebbe un problema, non fosse che questo tipo di prodotti in commercio rientra nella fascia amatoriale.
Quindi che si chiami fotolibro o fotoalbum, quando vi viene proposto, cercate di capire di quale dei due prodotti si tratta.
I fotoquadri
Vi do una brutta notizia: i fotoquadri non esistono.
O meglio, si stratta di una stampa diretta sul supporto, che può essere tela tipo “pittorico”, plexiglass, legno, materiali plastici lisci o texturizzati. Sono tutti prodotti scadenti, di fascia amatoriale. Esistono anche stampe su tela o su plexiglass di altissima gamma, ma non sono quelle a cui un privato ha accesso, trattandosi di stampe per musei e collezionisti. Oltre ad avere dei prezzi veramente impegnativi. Dimenticatevi quindi i fotoquadri e tornate alle stampe fotografiche.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo parlato di stampe professionali e voi potreste giustamente chiedervi a chi vi dovete rivolgere per ottenerle.
Ovviamente se avete fatto un servizio fotografico sarà cura del fotografo fornirvi le stampe professionali che desiderate, ma se avete una chiavetta coi vostri files la strada potrebbe essere in salita.
Infatti molti stampatori di fascia pro si rivolgono esclusivamente a detentori di partita iva.
Ma non disperate, magari il fotografo sotto casa vostra stampa anche per conto di terzi.
Oppure potete rivolgervi ai vari servizi online e spero che questo articolo vi aiuti ad identificare chi si sta rivolgendo a dei professionisti.
Sulla stampa fine art, potete trovare qualche informazione nell’articolo
– ritratto fine art in fotografia
Soprattutto non perdetevi il nostro pezzo forte
– Un servizio fotografico in studio: sai quello che dovresti sapere?